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al testo di Annalisa Scialpi
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C'è un vuoto dove arretrano le stelle, stanche di aspettare e il vuoto di un letto vuoto di promesse mai mantenute che spargono un sangue acre tra i nudi sassi del cuore, insonni nelle albe livide di risvegli mancati.
E poi c'è un vuoto che serra la gola e tu marcisci nel silenzio, tra gli spacci di morali tagliate di borghese buon senso e campane cigolanti tra rovine di un mondo che non ti ha conosciuto mai.
E ancora c'è il vuoto annichilito di torrenti arrestati, dirottati sull'asse e quello lasciato dai canti delle sirene delle affinità temporanee
e poi il vuoto della vendetta contro la gioia, sempre affittata a caro prezzo e quello della stanchezza lacerata, sanguinante di grazie mancate, di pani ammuffiti che lasciano vuoti più immensi delle cattedrali o dei cimiteri
e ancora, il vuoto di un taglio di vuoti, che raschia, dentro te, come un coltello, fino alla polpa, fino a perderti per ritrovarti, ora e mai, su quella corda sul vuoto che è la libertà del funambolo, pieno ormai di tutti i vuoti che ha incontrato, celebrato, e amato. |
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